Macchi M. 16
COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Aeronautica Macchi, Varese, Italy
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1922
ESEMPLARE / SAMPLE
A-6005
RIFERIMENTO / REFERENCE
"United States Navy Since 1911," by G. Swarnborough & P. M. Bowers, Putnam Aeronautical Books, London, 1976
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
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RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
stivato sul carrello di movimentazione
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#49 - 2015
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
"Macchi M.16", Esoteric Models, Oxon, GB; vacu-formed polystyrene + white metal parts (1992)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
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DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
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LAVORO DI CORREZIONE ▨ | |||
scultura |
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aste (dritte) |
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fili (piegati o meno) |
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rilavorazione di parti originali |
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LAVORO DI ARRICCHIMENTO ▨ | |||
scultura |
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formatura a freddo di laminati metallici |
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sagomatura di laminati |
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aste (dritte) |
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fili (piegati o meno) |
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rilavorazione di parti originali |
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dorsi ala e piano orizzontale |
| Humbrol 69 | ◍ | ES | ||||||||
superfici laterali |
| Humbrol 147 | ◍ | ES | ||||||||
superfici inferiori |
| Humbrol 147 | ◍ | ES | ||||||||
motore | alluminio Revell 36199 acciaio Revell 36191 | ◍ | AB | |||||||||
abitacolo | verde Vallejo 881 | ◍ | AB | |||||||||
imbottiture | marrone Vallejo 311 | ◍ | AB | |||||||||
carrello di movimentazione | grigio Humbrol 112 | ◍ | ES |
LA SCATOLA / THE KIT | |||||||||||
materiale |
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finitura |
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dimensioni |
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giunzioni (1) |
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dettagli |
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decals |
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●●● | Non si può parlare male di un kit che riproduce un aereo minuscolo con una tecnica economica, è un soggetto per mani esperte. Una parola di lode per la Esoteric, che aveva il coraggio di imbarcarsi in queste avventure, dando ai modellisti delle possibilità uniche. |
LA REALIZZAZIONE (2) | ||
Come farsi sfuggire un soggetto così particolare? Poco prodotto nella realtà, altrettanto raro come modellino; e poi un soggetto italiano! Oggi (ottobre 2020) sappiamo che avremo di nuovo quest’onore con gli elicotteri AW-119 che la US Navy ha acquisito come addestratori con la designazione TH-73. Il Macchi M. 16 era veramente piccolino, il modellino in 1/72 ha 8,3 cm di apertura alare e 8,4 di lunghezza, un gioiellino! | ||
◍ | La parte migliore del lavoro è costituita dalla simulazione delle tracce delle centine sulle superfici aerodinamiche telate; sono state ottenute con fili di plastica adattati alla superficie e raccordati con stucco. | |
Secondo me, è venuto benissimo. | ✩✩✩✩✩ |
UN PO' DI STORIA
L’M. 16 fu un velivolo sperimentale prodotto in soli tre esemplari perché il progetto che si stava studiando non ebbe seguito.
La U.S. Navy, nel 1922, stava pensando di dotare alcuni sommergibili di un piccolo aeroplano con funzioni di collegamento ed esplorazione, come avevano già cercato di fare sia gli Inglesi che i Tedeschi.
Il velivolo doveva essere molto piccolo, naturalmente, ed infatti l’apertura alare era di circa 6 metri e la lunghezza netta della fusoliera era intorno ai 4,3 metri; il motore era un tricilindrico raffreddato ad aria da 30 Hp costruito dalla Anzani e dava a quest’aeroplanino di soli 260 kg lordi una velocità che superava appena i 130 km/h, tutto sommato non poco.
UNA PIUMA AL VENTO
Si trattava di poco più di un aquilone, un ultraleggero ante litteram che non era adatto all’uso militare.
La Navy provò anche un altro velivolo molto simile: il Martin K-IV che è anche noto come KF-1 o MS-1.
Non si sa molto di come siano andate le cose e di che fine abbiano fatto tutti questi velivoli, io posso pensare che il progetto presentasse almeno tre grossi problemi:
- il sommergibile avrebbe dovuto avere sul ponte un piccolo hangar a tenuta stagna, cosa che non mi sembra né semplicissima né leggerissima; inoltre avrebbe dovuto disporre di una gru;
- il velivolo, per quanto piccolo, avrebbe sicuramente dovuto avere le ali smontabili o pieghevoli all’indietro, come il futuro Swordfish, questo significa che avrebbe dovuto essere riassemblato o riconfigurato prima di calarlo in mare, con un grosso dispendio di tempo ed esposizione al rischio di rilevabilità e prevedibilità;
- un simile fuscello sarebbe stato sensibilissimo ai venti che si possono avere in alto mare; in quelle condizioni, sarebbe stato già difficile operare sul ponte, ma anche decollare, ammarare e forse anche volare nella direzione desiderata, specie con così pochi cavalli e, immagino, pochissima benzina.